LETTERA AI CONFEDERATI

 

 

 

 

Cari Maurizio, Luigi, Pierpaolo e Angelo Raffaele,

vi scriviamo per rappresentare la specifica e difficile situazione in cui ci troviamo ad operare nella presente contingenza politica e sindacale, in merito, innanzitutto, al contratto da rinnovare, e, in secondo luogo, alle scelte politiche che, pur apparentemente recepite da parte del Governo a seguito delle nostre pressioni e interlocuzioni, tardano ad arrivare o sono evidentemente accantonate.

Per quanto riguarda il Contratto, il cui triennio (2019-21) è ormai in scadenza, la Legge di Bilancio, nei contenuti finora conosciuti e che non sembrano al momento suscettibili di miglioramenti significativi, non stanzia le risorse per la valorizzazione del personale docente, nonostante gli impegni sottoscritti dal Ministro Bianchi, per conto del Presidente del Consiglio, con il Patto per la scuola. Gli stanziamenti previsti, anche in comparazione con altri settori pubblici, di fatto lasciano fermo il personale docente in ordine alle retribuzioni, cosicché siamo ben lontani dal poter realizzare, sia pur gradualmente, quella perequazione stipendiale con altre figure di pari livello professionale di altri settori della Pubblica Amministrazione e con i colleghi europei, attestata da autorevoli osservatori internazionali e nazionali (OCSE, ARAN) su cui vi è ormai una diffusa consapevolezza e forti attese della categoria. Ciò che si profila, ad oggi, è un incremento stipendiale al di sotto di ogni aspettativa e tutto riversato sul salario accessorio, prospettato, tra l’altro, come una sorta di ritorno alle discusse procedure del bonus docenti della legge 107 che con le lotte e il contratto abbiamo faticosamente superato. Ma, accanto alle questioni contrattuali, rimangono aperti e inevasi altri problemi rilevanti elusi sia dalla legge di Bilancio sia dal PNRR, che investe in infrastrutture ma non considera le problematiche del personale, né oggetto di da altri specifici provvedimenti.

Ci riferiamo al reclutamento e alla stabilizzazione del personale docente e Ata (DSGA ff.), al superamento delle criticità in materia di mobilità, al mancato incremento delle assunzioni del personale Collaboratore scolastico, il cui organico, che il Ministro si era impegnato a ripianare, è stato depauperato per consentire la trasformazione dei contratti a tempo pieno degli ex LSU, alla ragionevole diminuzione del numero di alunni per classe e per istituzione scolastica, alla proroga dei contratti c.d. COVID per il personale ATA. Non mancano criticità anche sul versante delle relazioni sindacali, come dimostra ad esempio la vicenda del nuovo protocollo in materia di sicurezza per la gestione delle quarantene in ambito scolastico, di cui abbiamo avuto notizia solo dagli organi di stampa.

La situazione sopra descritta è francamente inaccettabile e non può certo vederci inerti.

Per questo riteniamo indifferibile un impegno comune a sostegno degli obiettivi contenuti nel Patto per la scuola al centro del Paese, di cui la valorizzazione del personale scolastico è parte integrante e si pone come questione generale, che non può essere ridotta a mera rivendicazione salariale di una sola categoria, visto il ruolo cruciale della scuola per la ripresa sociale ed economica.

A tal fine, vi chiediamo di incontrarci al più presto al fine di valutare e decidere in modo condiviso tempi e modalità di un percorso di mobilitazione che i fatti ci sembrano imporre anche rispetto alla necessità di salvaguardare e valorizzare contenuti e obiettivi del Patto per la Scuola al centro del Paese, esigendone da parte del Governo una piena e coerente attuazione.

Fraterni saluti

Roma, 5 novembre 2021

Flc CGIL

Francesco Sinopoli

CISL Scuola

Maddalena Gissi

UIL Scuola Rua

Giuseppe Turi

SNALS Confsal

Elvira Serafini

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